Rozzano: No al riconoscimento facciale, Si a quello Sociale.

Foto presa dal profilo pubblico facebook del candidato di Fratellli d'Italia Michele Procida Foto presa dal profilo pubblico facebook del candidato di Fratellli d'Italia Michele Procida

In questo articolo vorrei parlare di una proposta del programma elettorale del centro destra che prevede l’utilizzo del riconoscimento facciale per migliorare la sicurezza cittadina. Proposta che in Italia è vietata in luoghi pubblici e aperti al pubblico dalla norma decreto-legge 8 ottobre 2021, n. 139 convertito, con modificazioni, dalla legge 3 dicembre 2021, prorogata, almeno per ora, fino al 31/12/2025. Questo significa che il rischio di installare telecamere con funzionalità di riconoscimento facciale, per ora è stato scongiurato e, visto anche il regolamento (UE) 2024/1689 per una Intelligenza artificiale etica, responsabile e trasparente e il GDPR (General Data Protection Regulation) sulla protezione dei dati, il divieto ha buone probabilità di essere confermato.

Le implicazioni negative per i cittadini dall’introduzione del sistema di riconoscimento facciale sono del resto evidenti e le preoccupazioni condivise da tutti i paesi democratici, come avvenuto di recente a San Francisco, dove è stato vietato a quasi tutte le autorità locali, comprese le forze dell’ordine. Misura implementata per proteggere la privacy dei cittadini, limitarne il potenziale di abusi ed evitare minacce a importanti diritti sociali e politici.

Infatti, da un punto di vista sociale, l’effetto di sorveglianza diffusa può modificare il comportamento in pubblico per paura di essere monitorati o fraintesi, anche quando si esercitano diritti legittimi come partecipare a manifestazioni o proteste. A tutto questo si aggiungono probabili discriminazioni a causa di possibilità di errore più alti per determinate etnie, generi o fasce d’età che potrebbero portare a identificazioni errate e, di conseguenza, a trattamenti ingiusti da parte delle forze dell’ordine.

Mentre, da un punto di vista politico, anche se implementato per fini legittimi, il sistema, oltre ad alimentare divisioni e polarizzazioni, può essere esteso a forme di controllo generalizzato. e portare a vere e proprie forme di tecnocrazia. Uno strumento repressivo e invasivo che rischierebbe di minare la già precaria fiducia dei cittadini nei confronti della politica e la partecipazione attiva alla vita della comunità.

In questo contesto, va anche evidenziato il rischio che dati cosi importanti in mano ad aziende tecnologiche possano essere utilizzate – e il rischio c’è ed evidente – per alimentare logiche di profitto illegale a scapito della tutela dei diritti dei cittadini.

Per concludere, l’invito rivolto al centro destra, qualora dovesse vincere le elezioni, è di ripensare l’iniziativa perché non risponde per niente al desiderio della città di essere riconosciuta, non tramite un riconoscimento facciale, ma nella sua dimensione umana e sociale, perché solo cosi si trasmette alla gente fiducia e speranza in un futuro migliore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *