In questo articolo vorrei parlare di una proposta del programma elettorale del centro destra che prevede l’utilizzo del riconoscimento facciale per migliorare la sicurezza cittadina. Proposta che in Italia è vietata in luoghi pubblici e aperti al pubblico dalla norma decreto-legge 8 ottobre 2021, n. 139 convertito, con modificazioni, dalla legge 3 dicembre 2021, prorogata, almeno per ora, fino al 31/12/2025. Questo significa che il rischio di installare telecamere con funzionalità di riconoscimento facciale, per ora è stato scongiurato e, visto anche il regolamento (UE) 2024/1689 per una Intelligenza artificiale etica, responsabile e trasparente e il GDPR (General Data Protection Regulation) sulla protezione dei dati, il divieto ha buone probabilità di essere confermato.
Le implicazioni negative per i cittadini dall’introduzione del sistema di riconoscimento facciale sono del resto evidenti e le preoccupazioni condivise da tutti i paesi democratici, come avvenuto di recente a San Francisco, dove è stato vietato a quasi tutte le autorità locali, comprese le forze dell’ordine. Misura implementata per proteggere la privacy dei cittadini, limitarne il potenziale di abusi ed evitare minacce a importanti diritti sociali e politici.
Infatti, da un punto di vista sociale, l’effetto di sorveglianza diffusa può modificare il comportamento in pubblico per paura di essere monitorati o fraintesi, anche quando si esercitano diritti legittimi come partecipare a manifestazioni o proteste. A tutto questo si aggiungono probabili discriminazioni a causa di possibilità di errore più alti per determinate etnie, generi o fasce d’età che potrebbero portare a identificazioni errate e, di conseguenza, a trattamenti ingiusti da parte delle forze dell’ordine.
Mentre, da un punto di vista politico, anche se implementato per fini legittimi, il sistema, oltre ad alimentare divisioni e polarizzazioni, può essere esteso a forme di controllo generalizzato. e portare a vere e proprie forme di tecnocrazia. Uno strumento repressivo e invasivo che rischierebbe di minare la già precaria fiducia dei cittadini nei confronti della politica e la partecipazione attiva alla vita della comunità.
In questo contesto, va anche evidenziato il rischio che dati cosi importanti in mano ad aziende tecnologiche possano essere utilizzate – e il rischio c’è ed evidente – per alimentare logiche di profitto illegale a scapito della tutela dei diritti dei cittadini.
Per concludere, l’invito rivolto al centro destra, qualora dovesse vincere le elezioni, è di ripensare l’iniziativa perché non risponde per niente al desiderio della città di essere riconosciuta, non tramite un riconoscimento facciale, ma nella sua dimensione umana e sociale, perché solo cosi si trasmette alla gente fiducia e speranza in un futuro migliore.