Il nuovo centro cittadino, simbolo di rinascita e speranza per tutta la nostra comunità, come anche comunicato nel sito del comune di Rozzano, è un progetto ormai avviato e pensato, non solo per favorire socialità, ma anche per consegnare alla città un luogo funzionale, moderno ed innovativo dove vivere nuove relazioni commerciali, civili e culturali. E, come condiviso sempre nel sito del comune, per “mettere in connessione il Municipio con la chiesa di Sant’Angelo”. Forse perché a Rozzano, si è ben capito e compreso, che per desiderare la pace, non serve preparare la guerra, ma portare la buona novella dentro la vita politica, economica e civile della città.
E, dall’altro lato, è un invito a riconoscere che per essere cristiani, non basta pregare e proclamarsi tali, ma bisogna avere la capacità di portare sguardi di fraternità e misericordia, non solo nei mercati, nelle piazze e nelle vie della città, ma soprattutto nei luoghi simbolo dove si coltivano e si organizzano pensieri ed azioni a favore dei più fragili e deboli di una società. Altrimenti la fede rischia di diventare idolatria e la vita, anziché impegnarsi a portare un pezzo di cielo già su questa terra, si consuma e si spegne a sognare un paradiso che forse – se non si ama davvero – mai verrà.
Per la pace, che per Rozzano è soprattutto sociale, non bisogna armarsi ma amarsi, come del resto Cristo ci ha insegnato, non solo con le parole, ma anche e soprattutto con gesti reali e concreti. E vivere questa pace sociale, tanta desiderata e auspicata a Rozzano, significa anche custodire e valorizzare la bellezza fragile di tante associazioni, cooperative, religioni, e realtà di varia natura, impegnati a servizio di tanti bisogni educativi, sociali, relazionali ed umani.
E per fare questo non abbiamo bisogno di aumentare nessun PIL, ma solo di promuovere, e penso che la nuova amministrazione comunale concorderà, condizioni per una partecipazione più attiva e responsabile di tutte queste realtà, vero capitale umano e sociale di Rozzano. Capitale umano che, al posto delle armi, è sicuramente più capace, non solo di rigenerare e riqualificare le comunità, ma di donare a tutti noi la possibilità di sperare e vedere cieli nuovi e terre nuove (Ap 21,1).
Sono queste le nostre armi e grazie a loro – ACLI di Rozzano, Peppino Impastato e Adriana Castelli, City Angels, Ageha. Centro Donna, Officine della salute, Resilia, Oratori, Chiesa Evangelica, Chiesa Ortodossa, Balzo, Casa Di Betania, Centro Studi Respighiani, Associazioni sportive, culturali e tante altre – , senza spese aggiuntive ma con tanta gratuità, Rozzano potrà anche aiutare a realizzare il sogno del nuovo Sindaco di diventare capitale della cultura italiana 2028.
Un sogno che, a differenza della paura e degli incubi generati dalle armi, solo l’amore può regalare.