La politica, come la profezia, è una risposta a una voce che viene, non dal cielo come per i profeti, ma dalla terra e dagli elettori. Ascoltarla è solo l’inizio di una missione che, in entrambi i casi, guida un cammino tra gioie, fatiche e difficoltà. Rinunciare ad ascoltarla, anche se comporta sconfitte e insuccessi, è un vero tradimento. E quando le voci ascoltate, come nel caso di alcuni politici, non arrivano dal territorio e dalla comunità, ma da potenti e lacchè, il grido dei più poveri sale fino in cielo. E se Dio, per un mistero inafferrabile, rimane in silenzio, grazie al cielo, a difesa del diritto e della giustizia, interviene la magistratura.
Ascolto che insieme all’incontro sono segno di vera politica e via sicura per promuovere all’interno di comunità vere e proprie fioriture sociali e culturali. Unite insieme non solo favoriscono partecipazione e fiducia verso le istituzioni, ma soprattutto rigenerano e custodiscono relazioni comunitarie che oggi, a causa di un individualismo esasperato, sono sempre più consumate e sfilacciate. Ed è per tutti questi motivi che i due concorsi promossi dal comune – https://rozzano-2028.it/ – “per scegliere il nome del nostro futuro e costruire insieme il programma culturale della candidatura Rozzano 2028” non basteranno, al di là della vittoria, per una seria e concreta opportunità di rinascita sociale ed umana.
Perché l’iniziativa – per di più con l’uso di uno strumento come i google form, più adatti ad organizzare salamate che programmi culturali – non offrendo alle diverse realtà sociali, civili, economiche e religiose, l’occasione di incontrarsi, discutere e confrontarsi, mira solo all’ascolto e non all‘incontro del territorio. E senza incontro si perde l’opportunità, non solo di crescere nel senso di appartenenza e d’identità comunitaria, ma anche di fare sintesi tra idee e sensibilità differenti. E così oltre a superare contrasti e divergenze di opinioni, si potranno costruire progetti condivisi e rappresentativi di varie sfumature sociali della città.
Grazie a questo stile si attenua perfino quell’atteggiamento di competizione e di successo, naturalmente insito in ogni concorso che spesso divide anziché unire, a favore di uno spirito d’unità volto al bene comune e collettivo. Guardandosi negli occhi, stringendosi le mani e ascoltandosi di presenza, si abbattono quei muri, spesso costruiti anche involontariamente, che impediscono di guardare al di là della propria missione. E così si può volare e perfino sognare.
E quelle realtà che, per mille motivi non risponderanno a questi concorsi perché magari timorosi o distratti da altre necessità, comprenderanno di non potersi tirare indietro perché direttamente chiamati a fare la propria parte con impegno e responsabilità.
Sarà infine una meraviglia scoprire che solo insieme, incontrandosi e ascoltandosi, si possono fare non solo ottimi lavori, ma veri e propri capolavori. E Rozzano prospererà.