USSA Open A: quando il calcio diventa un giubileo di Speranza

USSA Rozzano Giubileo Speranza USSA Rozzano Giubileo Speranza

Rozzano, in occasione dell’anno del Giubileo della Speranza, non avrà la sua chiesa Giubilare, ove ottenere l’indulgenza plenaria, ma, grazie all’USSA Open A Yellow, è riuscita a sperimentarne lo spirito originario, che ci parla, non solo di riposo e remissione di prestiti, ma di doni e restituzioni (Levitico 25 e Deuteronomio 15), come del resto è stato il gesto di generosità in cui la squadra si è resa protagonista nell’ultima partita di campionato CSI sul campo della società ASO Cernusco. E non poteva essere altrimenti, visto il passato dell’allenatore Marco, che sulla lealtà e correttezza sportiva ha sempre costruito le sue squadre, come quando, diversi anni fa, in un campionato FIGC, invitò i suoi ragazzi, gesto pagato con l’esonero immediato, a calciare direttamente fuori un fallo indiretto in area assegnatogli per chiaro errore arbitrale.

E questa volta sono i suoi ragazzi che, dopo aver compreso quanta gioia avrebbe recato a un ragazzo della squadra avversaria, con un disturbo dello spettro autistico, fare il suo primo goal in campionato, traguardo invano cercato e sognato da tanto tempo, propongono a Marco, che sposa in pieno la decisione, di procurare volontariamente un rigore a favore della squadra avversaria, nonostante la possibile riapertura della partita, vinta in quel momento due a zero E dato che, rifacendoci allo spirito del giubileo, la vera gioia, non è la propria vittoria, ma liberare i propri fratelli dai loro pesi e dai loro debiti, i ragazzi applicandone alla lettera lo spirito iniziano ad impegnarsi a liberare, dal petto del ragazzo, un urlo di gioia fin troppo soffocato.

E cosi i ragazzi, cercando in tutti i modi, ma senza riuscirci, di regalare un rigore alla squadra avversaria, arrivano nell’impresa con Davide che, in attesa di essere operato al legamento crociato e non nelle condizioni di poter giocare, riesce, nonostante tutto, a farselo fischiare. A dimostrare che, come ci insegna la Bibbia, che alla fine è anche una splendida metafora di vita, le grandi vittorie, come Davide contro Golia, hanno sempre qualcosa di inspiegabile e spirituale. E proprio in questo, come nel nostro caso, ne sta anche la bellezza.

A questo punto il ragazzo si incarica di calciare il calcio di rigore e, realizzandolo, non solo esplode di gioia, ma, in un momento di grande festa, e a scriverlo mi commuovo, viene festeggiato da entrambe le squadre, compreso il portiere Alessandro, ormai ultraquarantenne.

La partita si conclude e non conta il risultato, perché, come condiviso da mister Marco, spesso perdiamo di vista, confondendola con il risultato aritmetico di una partita o di un campionato, cosa si intende con la parola vittoria. E, cosa significa, la sua squadra, oggi ce lo ha dimostrato. Ovvero un gesto di gratuità, partecipato, in grado, non solo di trasmettere e sperimentare gioia, come alla fine è stato per entrambe le squadre, ma soprattutto, e Marco ci crede fortemente, impegno a suscitare e generare fiducia in se stessi, perché, la vita, come il calcio, anche se autistici, o con un ginocchio cigolante, ha bisogno di fiducia, e forse anche di fede, per guardare al futuro con la “speranza che non delude mai “.

Buon Giubileo della Speranza a tutti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *