Il giubileo ebraico era un anno di grazia proclamato dal Signore per il suo popolo e celebrato ogni sette anni. Come il sabato, shabbat, era un tempo di misericordia e di riposo, per sperimentare il dono della terra ricevuta, non con uno spirito di esclusione, ma con uno d’inclusione e condivisione. “‘Perché la terra è del Signore e voi siete presso di me come forestieri e ospiti (Lv 25, 23)”. Un anno di remissione, non solo dai peccati, ma anche dei debiti e della schiavitù dei miseri e dei poveri. Anno di liberazione, di pace e di condono, inaugurato dal suono di un corno d’ariete – yobel. Perché tutti potessero sentire, senza alibi e giustificazioni, ciò a cui in quell’anno santo erano invitati, non solo a proclamare, ma a fare.
Allo stesso modo, senza far suonare corni d’ariete, ma le campane delle nostre chiese, la comunità pastorale Discepoli di Emmaus di Rozzano, aderendo all’iniziativa di Pax Cristi Disertiamo il Silenzio, farà echeggiare nel cielo di Rozzano, tra le 22:00 e le 22:05 di questa sera, una preghiera di pace. Con la speranza che un’eco, seppure flebile, di questo suono arrivi a risuonare nelle coscienze di chi, ormai sordi a quelli d’ariete, è impegnato in un crimine contro l’umanità – con la complicità silenziosa della comunità internazionale compresa la nostra ‘Povera Patria‘ (Battiato 1991)- verso il popolo della Striscia di Gaza.
L’invito per tutta la nostra città di Rozzano è di fermarci questa sera, non solo per ascoltare il suono delle nostre campane, ma per rivolgere, da soli o in famiglia, una semplice preghiera per la pace. E provare a percepire, in mezzo al loro suono, il dolore e il grido di un popolo che reclama diritto e giustizia contro coloro che “trasformano il diritto in assenzio e gettano a terra la giustizia” (Amos 5,7). E ascoltandolo invocare tutti insieme, per il popolo Palestinese e per lo Stato Israeliano, Shabbat e Shalom.
Shabbat e Shalom.
N.B: Il seguente testo rilancia un invito della Comunità Pastorale di Rozzano ma riflette esclusivamente il mio punto di vista.