Fragilità e futuro a Rozzano

Don Roberto ai giovani: "Basta con la violenza verbale" Don Roberto ai giovani: "Basta con la violenza verbale"

In occasione della campagna elettorale del candidato sindaco del centro sinistra, Leo Missi, è stata organizzata una serata, presso la sala conferenze della Cascina Grande, per parlare delle fragilità della nostra comunità e di come – tramite un dialogo tra diversi rappresentanti illustri della nostra città – immaginare un futuro che le trasformi in opportunità di rinascita e rigenerazione sociale.

In questo contesto, il candidato sindaco, che ha svolto anche il ruolo di moderatore, insieme a Don Roberto, Parroco della Comunità Pastorale di Rozzano, Patrizia Bergami, ex dirigente in ambito sociale ed educativo e Riham Ibrahim, attivista per l’inclusione e il multiculturalismo, hanno concordato che la cura, l’inclusione e l’ascolto, più che un’azione securitaria, sono la risposta più efficace al grido di aiuto e sofferenza dei più fragili.

Orfani di affetto e segnati dalla fragilità della paura” sono stati definiti, da Don Roberto, i giovani di oggi che – in una società incapace di amare e prestare attenzione al loro desiderio di riconoscimento – spesso si isolano e arrivano anche a “compiere gesti tremendi” perché anche “non trovano luoghi di ascolto”.

Fragilità che diventano, come raccontato da Patrizia Bergami per mezzo di una storia di partigiani, che sanno nel mezzo nelle macerie annusare germogli di speranza e bellezza, trasformare una conquista militare in una scuola di infanzia per bambini che “hanno rappresentato tutto il welfare che è venuto dopo”, e dal grande significato perché “curare i cittadini del futuro è la leva per crescere tutti”.

E in questa cornice dove i pazienti, che si trovano nell’ospedale di campo di Rozzano, ovvero il quartier Aler, vengono accompagnati al centro della scena, sospinti dal mondo delle associazioni e del terzo Settore che, come diverse volte espresso dal futuro candidato sindaco, sono chiamati, per le loro esperienze e conoscenze, a progettare e individuare insieme le priorità da affrontare, è arrivata il turno di Riham Ibrahim.

Siamo invisibili e non siamo presenti nei tavoli dove si prendono le decisioni e nelle storie dove si racconta di Rozzano dove qualche volta vorrei che anche il mio nome e di altri invisibili finisse” è stata la testimonianza della ragazza che ha messo a nudo, emozionando tutta la platea, l’ipocrisia di generosità e buonismo che ammanta, oltre Rozzano, l’intera nostra società.

Non solo ipocrisia, ma tanta discriminazione verso soprattutto le donne che, a causa di barriere linguistiche, si trovano emarginate e non possono partecipare in modo attivo alla vita della nostra società” è stata un’altra espressione che mi ha provocato un grande senso di colpa, non per quanto fatto personalmente, ma per quello che potremmo fare per essere una vera comunità accogliente

Sull’onda di questa testimonianza così forte ma tanto vera, vorrei rivolgerle un pensiero di immensa gratitudine, che penso essere di tanti della nostra comunità, per le parole donate perché, toccandoci profondamente, ci spronano a crescere sempre di più nell’inclusione sociale.

Dopo queste splendide testimonianze, non potevano mancare, da parte del candidato sindaco, insieme anche a Patrizia Bergami, le critiche a una gestione non meramente partecipativa e allargata in modo compiuto a tutto il mondo del terzo settore di Rozzano, dei progetti legati al famigerato decreto Caivano Bis.

In conclusione, una serata di forti contenuti sociali e politici, con idee, come quella condivisa nella parte finale di Don Roberto – che ha preso delle doverose distanze politiche dalla serata – “di una casa della religioni”, splendida profezia di un modo di pace e fraternità a cui tutti siamo chiamati a realizzare nei nostri quotidiani contesti di vita.

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