Oggi a Rozzano, presso l’oratorio di San’Angelo, si è svolta l’ottava edizione del torneo dei piccoli Draghi organizzato dall’associazione sportiva S.S. Chiara e Francesco. Una festa sportiva, che ha visto ragazzi under 13 di sei squadre – USSA Blu e Gialla di Rozzano come altre due squadre della società S.S. Chiara e Francesco, OSA di San Giuliano Milanese e San Domenico Savio di Milano – esibirsi in una sfida calcistica all’insegna dell’amicizia e del divertimento.
In tale contesto, la squadra ospitante si è distinta per accoglienza e cura dei dettagli organizzativi, non facendo mancare, oltre alla possibilità di fare colazione con caffè e cornetto, il classico panino con la salamella, simbolo per eccellenza delle feste oratoriali. Si è respirato un’atmosfera di cordialità, segno di quella gioia che solo lo stare bene insieme è in grado di regalare.
Una gioia, non solo per la squadra del San Domenico Savio vincitrice del torneo, ma condivisa e allargata, al di la del risultato finale, a tutte le squadre partecipanti, perchè la vera felicità si nutre e si realizza dal compiacersi anche dei successi degli altri, come del resto avviene quando, spendendosi per gli altri, si riesce a sperimentare, anche in mezzo alle difficoltà, qualche briciola di vero paradiso. A chi non è capitato?

Al di là del valore educativo e formativo di eventi di questo genere, vorrei soffermarmi su un aspetto che mi ha particolarmente colpito e in un certo senso legato alle prossime elezioni comunali dove si sceglieranno per i prossimi cinque anni, in un periodo difficile, ma di grandi opportunità, gli amministratori di Rozzano. E in particolare mi riferisco allo stupore nel constatare la differenza di presenza di ragazzi di origine araba all’interno delle squadre cittadine (circa il 20% del totale, 12 su circa 48) e quella degli adulti – quasi inesistente – all’interno dei 205 candidati alle prossime elezioni comunali divisi in sette partiti e due liste civiche.
Comunità araba di Rozzano che ospita, come riferito da Riham Ibrahim (Fragilità e futuro a Rozzano – La Voce Di Rozzano), attivista per l’inclusione e il multiculturalismo, nella sua componente musulmana circa mille persone. A cui vanno aggiunti diversi cristiani copti di origine egiziana, comunità apprezzata e attiva nell’economia della città. Comunità invisibili e spesso discriminate, come del resto sono all’interno delle liste elettorali, che stride con quanto oggi visto in campo dove, grazie alla loro presenza e il loro protagonismo, si è vissuta una esperienza di maggiore pienezza.

E di questa maggiore pienezza ha proprio bisogno la comunità di Rozzano per essere una città sempre più multiculturale, inclusiva e accogliente, consapevole dei benefici apportati da culture e sguardi differenti, dove non mancano valori condivisi come l’importanza della famiglia, il rispetto per gli anziani, la generosità, l’ospitalità, il desiderio di pace, libertà e giustizia sociale.
Ricchezza che, nell’ottica di essere di essere trasformata in capitale sociale a vantaggio del bene comune, esige prima di tutto ascolto e incontro, strada maestra per generare nella comunità araba quella fiducia capace di suscitare atteggiamenti di reciprocità e di partecipazione attiva alla vita comunitaria. Solo in un contesto di questo tipo, che favorisce collaborazione e cooperazione, possono nascere soluzioni moltiplicative ai problemi sociali di Rozzano.
Non bastano, seppur importanti, i momenti di preghiera interreligiosa, organizzati spesso dalle comunità religiose del territorio, e nemmeno lo sport, anche se come visto è uno strumento di grande inclusione sociale in grado di unire una comunità attorno a valori condivisi. Ma ci vuole, per una unità sociale nelle diversità culturali, un impegno maggiore da parte, non solo dei nostri amministratori, ma anche da parte di tutte le realtà civili e religiose del nostro territorio, affinchè nelle scuole, nei mercati, negli ospedali, nelle piazze, nei quartieri e anche nelle chiese, perchè no, si creino opportunità di dialogo e conoscenza reciproca.
Tutto questo perchè solo camminando insieme con gente di fedi differenti possiamo trasformare Rozzano, dallo stigma del decreto Caivano bis, ad una profezia di pace e speranza.